Per la prossima uscita di Rizomatica, prevista per febbraio 2025, ricerchiamo articoli inediti o comunque recenti (2-15 cartelle), traduzioni o recensioni. Il tema sarà una riflessione sulle forme della politica e sull’innovazione delle organizzazioni, in quanto siamo stati sollecitati da progetti nascenti a noi vicini a contribuire al dibattito, per situare le scelte che dovranno essere attuate in futuro. Il rischio di coazione a ripetere errori è purtroppo altissimo.
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L’immaginazione collettiva oltre l’invenzione e l’innovazione. L’Epimeteo di Stiegler, il Leopardi di Negri.
di G. Allegri
Abstract: Mi è capitato di rileggere la recente traduzione del primo volume de La tecnica e il tempo di Bernard Stiegler nei tempi in cui Antonio, Toni, Negri lasciava questo mondo e io riaprivo il suo Lenta ginestra. Alcuni passaggi sull’emergenza dell’immaginazione come potenza collettiva permettono forse di tessere un filo che dalla colpa di Epimeteo giunge al Leopardi eversivo, nel solco trasformativo di un pensiero materialistico che è uno dei lasciti principali di questi due pensatori del/al futuro anteriore.
La recente traduzione italiana del primo volume della ricerca di Bernarnd Stiegler (1952-2020) su La tecnica e il tempo. Vol. 1. La colpa di Epimeteo (Luiss University Press, 2023, ed. or. 2018), per la cura e con una fondamentale e splendida prefazione di Paolo Vignola, è un evento che merita ben altri approfondimenti e occasioni di discussioni e confronti, per tornare a rilanciare il lascito del pensiero stiegleriano. Continua a leggere
call for paper rivista Rizomatica – filosofia – psicologia – tecnologia – Political and Social Sciences
Cerchiamo contributi (2-15 cartelle) per il settimo numero di febbraio 2024.
La rete è oggi l’infrastruttura che impatta maggiormente sulla formattazione dei nostri desideri eterodiretti e sull’illusorio esercizio di libertà che proviamo nel poter navigare liberamente, avendo qualunque cosa desideriamo a portata di click. Ben sappiamo come quello che ci viene dato è molto meno di quanto diamo in cambio: la nostra attenzione e il tempo della nostra vita. La rete dovrebbe essere quindi uno dei più importanti beni comuni da tutelare, in opposizione all’attuale privatizzazione e governance da parte delle note multinazionali Big tech, in quanto ecosfera digitale che accoglie e forma identità, relazioni, affetti, consumi, desideri e iniziative sociali e politiche. La rete è uno dei più remunerativi luoghi di estrazione di plusvalore diretto e indiretto, un media reticolare eslège in cui proliferano comunicazioni multidirezionali su molteplici livelli, comprese stanze chiuse e dark web. La rete, come la società, della quale è il prolungamento e con la quale instaura feedback circolari, è un simulacro di democrazia, nel quale vige la legge del più forte. Continua a leggere
Rizomatica 2304-2023
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Indice:
Etica e intelligenza artificiale intervista a Enrico Panai
Api o lupi? di M. Minetti
Principi di individuazione ecologica di A. Cava
Tecnopolitica per il comune di V. Pellegrino
Pensiero e umanità di M. Parretti
Disertare l’utopia intervista a G. Spagnul
La via del maestro ignorante di G. Campailla
Il cybertariato nella globalizzazione recensione di F. Barbetta
Guide nell’ecosistema di M. Minetti
Copertina di M.Kep e diorama. Immagine di IA, dominio pubblico
https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/it/
Gli stessi articoli saranno pubblicati sul blog in date consecutive e rilanciati sul fediverso dall’apposito robottino @rizomatica
contatto: rizoma (at) tuta (dot) io
Etica e intelligenza artificiale.
Intervista a Enrico Panai di M. Minetti
Enrico Panai è specialista di interazione uomo-informazione e un ricercatore indipendente in cyber-geografia e etica dell’informazione. Ha insegnato informatica umanistica presso il dipartimento di filosofia dell’Università di Sassari. Dal 2007 vive e lavora in Francia. Dal 2018 collabora con il dipartimento di scienze umanistiche e sociali dell’Università di Sassari. Direttore Generale dell’azienda di consulenza SARDUS FRANCE/ BEETHICAL. Continua a leggere
Tecnopolitica per il comune
Red-Stack vs. Automa capitalistico
di V. Pellegrino
<Di certo c’è che stiamo entrando in delle società di controllo che non sono più esattamente disciplinari, [...] che non funzionano più sul principio d’internamento, bensì su quello del controllo continuo e della comunicazione istantanea.[...] In un regime di controllo non la si fa finita mai con nulla.> Gilles Deleuze
In precedenti interventi, ho tentato di elaborare un’analisi “all’altezza dei tempi” del frangente storico che stiamo attraversando. Ciò sotto diverse prospettive: quella della crisi della rappresentanza e delle forme della Politica in genere, intesa questa sia in termini di attività istituzionale che di azione di movimento (Cfr. Per una Politica rizomatica – Verso un nuovo paradigma politico, quella della trasformazione della soggettività legata all’avvento dell’era informatica (Cfr. Dare parola al General Intellect – Dall’individuo sociale alla persona multidimensionale), quella della profonda metamorfosi che sta attraversando il capitalismo proprio in relazione alla disponibilità delle ICT (Information and Comunication Tecnology – Cfr. Se le macchine di Marx siamo noi – Siamo alla fine del capitalismo o ad una sua ennesima trasformazione?), quella delle innovazioni, intervenute e potenziali, della teoria e delle prassi politiche connesse alle tecnologie informatiche (Cfr. Tecnopolitica e partiti digitali – Vicolo cieco del populismo plebiscitario o via obbligata a un’autentica democrazia?). Continua a leggere
La via del maestro ignorante.
Critica della pedagogia e prassi democratica nella prospettiva di Joseph Jacotot
di G. Campailla
Negli ultimi anni, parecchi docenti, facendo un qualsiasi corso di formazione o di aggiornamento, si sono imbattuti in un tipo di pedagogia costruttivista che si propone come alternativa alla cosiddetta pedagogia tradizionale, cattedratica. Alla base di una simile pedagogia, vi è l’idea secondo cui la conoscenza sia una dinamica costruita attivamente da colui che apprende.
Gert Biesta, in Riscoprire l’insegnamento, recentemente tradotto in italiano, suggerisce che intendere l’insegnante, in maniera tradizionale, come il detentore di conoscenze disciplinari o, in maniera costruttivista, come un facilitatore degli studenti che costruiscono il loro sapere, delinea due atteggiamenti tanto opposti quanto speculari. Infatti, nonostante la seconda opzione sembri convincente, essa condivide con la prima l’idea per cui la conoscenza sia l’atto di un singolo, secondo un’ottica moderna del sapere come mio dominio del mondo esterno (Biesta 2022). Continua a leggere
Guide nell’ecosistema
di M. Minetti
A cosa servono i leader.
C’è un’opinione molto diffusa, soprattutto nelle forme della sinistra libertaria che negli ultimi cinquanta anni ha praticato forme di lotta dal basso, orizzontali, scaturite dalla organizzazione assembleare: ovvero che i leader non siano più necessari, anzi siano la causa dei fallimenti. Leader è il participio del verbo inglese to lead, che significa guidare, accompagnare, condurre. Continua a leggere
Rizomatica 2202-2022
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Indice:
Le tre anime del lavoro di M. Minetti
La Transizione digitale come biforcazione storica di S. Bellucci
15 risposte sul lavoro di M. Parretti e T. Cumbo
Piattaforme di lavoro e algoritmi di sfruttamento di T. Numerico
Big-data, reti semantiche e IA in una prospettiva politica intervista a G. Vetere
Affinità e divergenze fra i gig-workers e noi di F. Sganga
Ripartire dalle basi: la riduzione dell’orario di lavoro recensione di F. Barbetta
Cronache della mutazione di P. Carvalho
Copertina di M.Kep e diorama
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Piattaforme di lavoro e algoritmi di sfruttamento
Intervento a Lavoro su piattaforma e lotte dei rider tenutosi Ven. 18 febbraio 2022 aula 15 Roma Tre
di T. Numerico
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Davvero non sappiamo cosa contengono gli algoritmi?
Spesso si dice che non sappiamo cosa ci sia dentro gli algoritmi. Questo talvolta è vero, ma nel caso delle piattaforme per dirigere il lavoro dei rider conosciamo quali sono gli obiettivi che ne determinano l’orientamento. Si tratta di: strumenti per migliorare le prestazioni dei rider attraverso processi di gamificazione e competizione; tattiche per rendere più efficiente il processo di sfruttamento dei lavoratori; tecniche per scaricare i rischi sui lavoratori, mantenendo il più possibile intatto il plusvalore garantito alla piattaforma. Continua a leggere
Big-data, reti semantiche e intelligenza artificiale in una prospettiva politica
Intervista a Guido Vetere di M. Minetti
Guido Vetere cura il blog Cervelli nella vasca, su Nova de Il Sole 24 Ore, è il Direttore del Centro Studi Avanzati IBM Italia dal 2005. In IBM dal 1989, ha preso parte e guidato diversi progetti in Intelligenza Artificiale, Information and Knowledge Management, Tecnologie della Lingua, sia nell’ambito della ricerca, sia dello sviluppo per grandi imprese e pubblica amministrazione. Nel corso della sua attività professionale, è stato responsabile di progetti di ricerca applicata nazionali ed europei e ha diretto lo sviluppo di prodotti software IBM per il mercato internazionale. Ha guidato la progettazione e la realizzazione del registro semantico dei servizi di Cooperazione Applicativa della Pubblica Amministrazione. E’ stato coordinatore internazionale della rete dei Center for Advanced Studies IBM nel 2011. Partecipa regolarmente nei comitati di programma di conferenze internazionali nel settore delle tecnologie semantiche e nei comitati scientifici di programmi di ricerca europei. E’ autore di numerose pubblicazioni scientifiche in conferenze e riviste internazionali.
L’Ecosistema di Organizzazioni.
di M. Minetti
Alcuni punti da cui partire.
Rizomatica 1202-2021
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Indice:
Tecnopolitica e partiti digitali di V. Pellegrino
Covid 19, capitalismo di piattaforma e mutualismo conflittuale di S. Simoncini
Aristocrazia e tecnocrazia diretta di M. Minetti
Stretti tra Popper e Voltaire di V. Siracusano Raffa
Alla ricerca di nuove forme di aggregazione di M. Carbone
Lo spazio necessario di M. Alfano
La costruzione del movimento dei Tech Worker di B. Tarnoff (trad.)
Programmi: Photomosh, GIMP, Inkscape su sistema GNU/Linux.
Tecnopolitica e partiti digitali
Vicolo cieco del populismo plebiscitario o via obbligata a un’autentica democrazia?
di V. Pellegrino
Come siamo giunti sino a qui: la tecnologia nelle mani del capitale
La diffusione globale e pervasiva delle tecnologie digitali ha prodotto, nell’arco di circa 25 anni, una serie di trasformazioni radicali del mondo. Come prevedibile, queste trasformazioni si sono ripercosse su tutte le dimensioni del vivere umano e sull’essere umano stesso, con il costituirsi di nuove forme di soggettività quali prodotto diretto e, al contempo, concausa di queste nuove forme del produrre e del vivere, individuale e collettivo. Del formarsi delle nuove soggettività connesso alla rivoluzione tecnologica informatica e alla massificazione delle sue applicazioni, ho trattato nel mio articolo Dare parola al General Intellect. Dall’individuo sociale alla persona multidimensionale, apparso nello scorso numero di Rizomatica e al quale rimando per un approfondimento di questi aspetti. L’articolo si concludeva con una sorta di esortazione ad usare pienamente le potenzialità messe a disposizione dall’informatica per ricercare e perseguire una possibile alternativa allo stato di cose presente. Continua a leggere
Covid-19, capitalismo di piattaforma e reti di mutualismo conflittuale
di S. Simoncini
1. Le fratture del Covid-19
Al di là della terribile conta delle vittime, non abbiamo ancora cognizione esatta dell’entità della catastrofe che ci ha investito. Perché Covid-19 non è un ciclone tropicale, non ha devastato con impeto le strutture fisiche e visibili dei nostri territori. Ha piuttosto profondamente investito le già fragili strutture invisibili di molti sistemi sociali ed economici, mettendoli a nudo e colpendo le fasce di popolazione più esposta, e forse anche minando in molti paesi i fondamentali istituti democratici (Harvey, 2020; Han, 2020)[1].Ma Covid-19 non è solo e semplicemente una fatalità devastante e priva di senso. Avendo palesato a scala planetaria l’insostenibilità del modello di sviluppo dominante, potrebbe aver predisposto le nostre coscienze a promuovere o ad accogliere un radicale cambiamento di paradigma. Covid-19 è quindi in un certo senso un’immagine[2], qualcosa di assimilabile alle prime immagini della terra vista dallo spazio, fotografie dirompenti che hanno generato in molti una nuova coscienza della relazione tra uomo e natura. Continua a leggere
Stretti tra Popper e Voltaire: il vicolo cieco del liberalismo
di V. Siracusano Raffa
I sostenitori del ban a Trump saranno in qualche modo consapevoli del paradosso della tolleranza: teorizzata da Karl Popper, tale situazione apparentemente senza via d’uscita è data dal fatto che una società tollerante è destinata ad essere travolta dagli intolleranti al suo interno, per cui è necessario che si dimostri intollerante nei loro riguardi. Una posizione un po’ più complessa è forse quella del filosofo Rawls, per il quale la società giusta deve tollerare gli intolleranti e limitarli solo nella misura in cui i tolleranti temono per la sicurezza loro e del sistema nel suo complesso. Continua a leggere
Lo spazio necessario (appunti su social media e dis‑individuazione)
di M. Alfano
Ho fisso in mente il momento in cui si diffuse Facebook tra le mie conoscenze. Meglio ancora, ricordo quando nel 2008 si diffuse nella mia città proprio come si diffonde una pandemia, un virus incontrollabile. Mi viene in mente la scena del film sui dieci comandamenti (1), quando la terribile piaga biblica colpisce le case degli egiziani bussando silenziosamente e infettando a morte i primogeniti. Ero a casa di un mio amico, mi affacciai al balcone e immaginai in quante abitazioni e in quanti dispositivi fosse entrata la piaga di Zuckerberg. Dopo un poco di tempo e un po’ di tira e molla, ne sono uscito: sono tra i pochi che non hanno Facebook, che nei successivi tredici anni avrebbe raggiunto l’inimmaginabile cifra di due miliardi e mezzo di utenti. Continua a leggere
La costruzione del movimento dei Tech Worker
di B. Tarnoff trad. it. di F. Sganga
Questo testo è una riduzione di un articolo pubblicato da Logic. La traduzione e l’adattamento molto amatoriali sono di Filo Sganga. Il testo originale può essere letto qui.
Il 1° novembre 2018, più di ventimila dipendenti e consulenti esterni di Google hanno lasciato i loro uffici. [1] Hanno scioperato in cinquanta città di tutto il mondo: nella Silicon Valley e a Sydney, a Dublino e a San Paolo. Erano furiosi per un articolo sul New York Times in cui si raccontava che Andy Rubin, creatore di Android, era stato protetto dalla direzione di Google e aveva ricevuto una buonuscita di 90 milioni di dollari nonostante le accuse di molestie sessuali che la direzione stessa aveva ritenuto attendibili. Sette giorni dopo la pubblicazione dell’articolo, hanno portato a termine una delle più grandi azioni sindacali internazionali nella storia contemporanea. Si sono riuniti nei parchi e nelle piazze, hanno cantato, marciato e condiviso storie. Continua a leggere
Rizomatica 1010-2020
Infosfera, 10/10/2020
Per questa terza uscita sul blog rizomatica abbiamo scelto di riflettere su frammentazioni e conflitti: individui, lavoro e psiche.
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Indice:
Lockdown generation. L’ibernazione strisciante di G. Nicolosi
Bolle, totem, echo-chambers intervista di M. Kep a W. Quattrociocchi
Villaggio globale o megamacchina? di S. Simoncini
La relazione incompiuta di A. Hall e M. Minetti
Le vicende del lavoro? di G. Mazzetti
L’irrealismo capitalista dell’individuo senza società di V. Siracusano Raffa
Il falso mito del merito e il rifiuto del fallimento di R. Laghi
Necessità e conseguenze della diminuzione dell’orario di lavoro di M. Parretti
Tech Worker, lavoro tecnologico e identità di S. Robutti
Dare parola al “General Intellect” di V. Pellegrino
Accelerazionismo… e decrescita? di A. Vansintjan (trad.)
Basta con le rockstar di V. Aurora – M. Gardiner – L. Honeywell (trad.)
Neoliberalismo digitale recensione di M. Sommella
Copertina di diorama. Foto or. di Francesco Ungaro con Unsplash License.
Programmi: Photomosh, GIMP, Inkscape su sistema GNU/Linux.
Gli stessi articoli saranno pubblicati sul blog in date consecutive e rilanciati sul fediverso dall’apposito robottino @rizomatica@mastodon.bida.im
contatto: rizoma (at) tuta (dot) io
Bolle, totem, echo chambers. Intervista a W. Quattrociocchi.
Intervista di M. Kep a W. Quattrociocchi
Abbiamo intervistato il Prof. Walter Quattrociocchi, docente di Social network analysis e Knowlwdge, interaction and intelligent systems al’università Cà Foscari di Venezia, nonché autore di numerosi studi e libri sul tema della interazione sociale in rete:
assieme ad Antonella Vicini Misinformation. Guida alla società dell’informazione e della credulità del 2016 e Liberi di crederci. Informazione, internet e post-verità del 2018.
MK: Ciao Walter, grazie di esserti prestato a questa intervista. La nostra non è né una rivista divulgativa o giornalistica, né una rivista accademica, quindi ci piace andare ad approfondire dei temi, con delle pretese anche scientifiche, ma non ci rivolgiamo a degli esperti in materia. Di cosa ti occupi principalmente nelle tue ricerche e qual è l’oggetto principale di queste ricerche?
WQ: Io mi occupo di analisi di quelli che vengono detti sistemi complessi, una parola come tante per descrivere il focus sull’interazione di grandi moli di dati per capire come evolve il comportamento umano di massa, non del singolo. Perché il comportamento del singolo, è più oggetto delle scienze morbide quali sociologia e altre che, chiamarle scienze, dal mio punto di vista, è abbastanza una forzatura. Perchè spesso vanno per materia interpretativa e sono attività in qualche modo di deduzione o di scrittura creativa. Invece I’idea è quella di cercare di fare degli esperimenti che ti danno un minimo di segnale su comportamenti di massa. Continua a leggere
Villaggio globale o Megamacchina? McLuhan vs. Mumford, alle origini del conflitto tra tecno-ottimisti e tecno-scettici.
di S. Simoncini
1.
Sarebbe interessante fare ricerca sull’attuale “semiosfera” politica per verificare se e come il divenire linguistico (delle sue strutture lessicali e semantiche) stenti ad aderire alla realtà delle trasformazioni socioeconomiche trainate dalle nuove tecnologie. L’ipotesi è che siano troppo rapide le trasformazioni, e troppo segmentata la sfera pubblica perché l’evoluzione linguistica, in quanto “evento sociale” e relazionale (Bachtin, 2003), garantisca la sua dinamica funzione referenziale. Una fatica sicuramente attestata dalle variegate terminologie adottate per denotare i nuovi concetti che potremmo definire “tecnopolitici” (come le attuali infrastrutture centralizzate della comunicazione e dell’economia digitale). Stefano Rodotà dedicò un libro (1997) e una voce Treccani (2009) al neologismo “Tecnopolitica”, sostenendo in apertura della voce che «Il rapporto tra la politica e la tecnica non può essere descritto solo in termini strumentali, come se la tecnica si limitasse a mettere a disposizione della politica dei mezzi di cui questa si serve senza per ciò veder modificate le proprie caratteristiche». Continua a leggere
Tech Worker, lavoro tecnologico e identità. Nuovi orizzonti e nuove forme di conflitto.
di S. Robutti
Letture propedeutiche:
Questo articolo presenterà un’analisi utile a comprendere la nuova ondata di organizzazioni, scioperi e proteste che attraversa il settore dell’Information Technology(IT), in particolare in USA e Nord Europa, scritta dal punto di vista di un Tech Worker. La speranza è quella di dare trasparenza a questi fenomeni e permettere di comprenderne più a fondo le peculiarità, le similarità con strutture e processi passati e presenti ma anche le profonde differenze sia sul piano della prassi che sul piano dell’identità. Continua a leggere
Basta con le rockstar: come fermare gli abusi nelle tech community.
di V. Aurora, M. Gardiner e L.Honeywell
trad. it. amatoriale di diorama
original: “No more rock stars: how to stop abuse in tech community”
français: En finir avec les rock stars : comment faire cesser les agressions dans nos communautés
Avvertenze: discussione su abusi e violenze sessuali.
Nell’ultimo paio di settimane [21 giugno 2016], tre rispettabili membri delle tech community incentrate sulla sicurezza informatica e sulla privacy si sono fatti avanti col proprio nome per raccontare le loro strazianti storie di condotte sessuali reprensibili, molestie e abusi commessi da Jacob Appelbaum. Si sono mossi in solidarietà verso le prime persone che anonimamente hanno segnalato gli abusi di Jacob. Diverse organizzazioni hanno preso posizione per proteggere i loro membri da Appelbaum, incluso The Tor Project, Debian, l’hackerspace Noisebridge di San Francisco, e altre ancora lo stanno facendo. [link] Continua a leggere
Neoliberalismo digitale. Una lettura di Psicopolitica di Byung-Chul Han.
di M. Sommella
L’argomento che tenterò di esporre in questo articolo é il neoliberalismo digitale.
Potrebbe sembrare una definizione cervellotica e complessa ma il termine appare in un libro che ritengo molto interessante, scritto dal filosofo coreano Byung-Chul Han, nato a Seul ma che insegna in Germania, a Berlino, docente di filosofia e studi culturali.
Questo filosofo ha scritto vari libri fra cui uno, dal titolo Psicopolitica, che a mio avviso pone delle questioni molto interessanti. Il sottotitolo di questo libro, è ”Il neoliberalismo e le nuove tecniche del potere”. Quindi è uno studio che unisce dei riferimenti, delle tematiche, che riguardano la filosofia, la storia, la politica, la tecnologia e in alcuni passaggi anche la religione, in sintesi i problemi più gravosi dell‘attuale società digitale. Continua a leggere
Rizomatica 0505-2020
Qui di seguito il link da cui scaricare il documento completo in PDF.
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Indice:
Telepolis 2020 di M. Kep
Territori laboratorio per una economia politica “ipermaterialista”
intervista di S. Simoncini a B. Stiegler
Algoritma. Analisi incompleta sul data feminism nelle città intelligenti
di V. Bazzarin
Self-branding. La retorica del successo contemporaneo
di G. D’Alia
Apocalipse Now di M. Civino
I signori delle post-metropoli di M. Minetti
Accelerare in retromarcia di F. Sganga
Ricollocare lo spazio di A. Cava
L’assenza di costrizioni naturali di M. Parretti
Se le macchine di Marx siamo noi di V. Pellegrino
Il Techbro Prodigo di M. Farrell
Il mio corona virus di F. Fassio
Amplesso telefonico di F. Cozzaglio
https://mastodon.bida.im/@dioram
La copertina #1 si basa su “Gay Freedom San Francisco”, 1980, dominio
pubblico.
Programmi usati: Photomosh, GIMP, Inkscape su sistema GNU/Linux.