Fuori dal capitalocene.

Dall’uomo indebitato all’uomo frugale

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di V. Pellegrino

Noi non difendiamo la natura,
noi siamo la natura che si difende”

Youna Marette – Ecoattivista

Questa frase, pronunciata da un’attivista per l’ambiente di 17 anni nel corso di un convegno organizzato da Women 4 climate”, non è un gioco di parole né un semplice slogan. Essa indica invece l’indispensabile, radicale cambio di prospettiva con cui guardare in avanti. Essa ci rammenta come l’umanità sia parte integrante dell’ecosistema planetario che chiamiamo natura, che ci comprende e dal quale dipende la nostra stessa esistenza così come quella di tutte le altre forme di vita. E come parte della natura, una porzione sempre più cospicua dell’umanità, in particolare le nuove generazioni, reagisce in forma difensiva – autodifensiva alle devastazioni che il Capitalismo predatorio che domina il nostro tempo sta producendo. In questa svolta, in questo cambio di prospettiva, emerge in tutta la sua paradossalità il nucleo dell’ideologia liberista che vede il Capitalismo come uno stato-di-natura, una dimensione naturale (non costruita) in cui l’uomo, l’homo oeconomicus per la precisione, può muoversi con spontaneità seguendo la propria connaturata propensione all’utile individuale, senza alcuna necessità di costituire istituzioni di espressione e attuazione della volontà collettiva. In questa ottica, lo Stato stesso diviene pressoché superfluo: la sua utilità si riduce all’organizzazione della macchina repressiva (polizia, tribunali e carceri) e all’imposizione e alla gestione, per conto del grande capitale tecno-finanziario, delle continue emergenze attraverso le quali si producono rendite e profitti senza nessun beneficio per la società, anzi a suo danno, ad iniziare dalle guerre dilaganti. Questa visione “naturalistica” del Capitalismo (alla cui magistrale confutazione è dedicata l’intera opera dello storico dell’economia, sociologo e antropologo Karl Polanyi) si rovescia, attraverso il cambio di prospettiva prospettato dalla citazione, nella presa d’atto che ci troviamo a sopravvivere tra le spire soffocanti e in fine mortali del Capitalocene0. Continue reading

Rizomatica 2304-2023

Infosfera, 23/04/2023

Per questa sesta uscita sul blog rizomatica, a distanza di più un anno dall’ultima, abbiamo lasciato il tema libero eppure troverete convergenze inusuali. La molteplicità trova una sua organizzazione in un certo orizzonte del possibile. Non è un caso che disertiamo i temi più dibattuti del momento, la nostra attenzione resiste alla ingegneria sociale che ci vuole mobilitati, carichi di certezze a criticare il potere come fa comodo al potere. E’ negli spazi vuoti che si trovano le risposte.

Qui di seguito il link da cui scaricare il documento completo in PDF e EPUB.

https://rizomatica.org/rizomatica23042023.pdf

 

https://rizomatica.org/rizomatica23042023.epub

 

Indice:

Etica e intelligenza artificiale   intervista a Enrico Panai

Api o lupi?  di M. Minetti

Principi di individuazione ecologica  di A. Cava

Tecnopolitica per il comune  di V. Pellegrino

Pensiero e umanità   di M. Parretti

Disertare l’utopia   intervista a G. Spagnul

La via del maestro ignorante   di G. Campailla

Il cybertariato nella globalizzazione    recensione di F. Barbetta

Guide nell’ecosistema   di M. Minetti

 

Copertina di M.Kep e diorama. Immagine di IA, dominio pubblico

https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/it/

Gli stessi articoli saranno pubblicati sul blog in date consecutive e rilanciati sul fediverso dall’apposito robottino @rizomatica

contatto:  rizoma (at) tuta (dot) io

Principi di individuazione ecologica.

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di A. Cava

La filosofia dell’ecologia e, nello specifico, lo studio del rapporto tra ambiente e organismo, possono essere teorie dei sistemi. Buona parte della costituzione di queste teorie sembra dipendere, più o meno implicitamente, nel modo di definire l’insieme di relazioni che compongono un preciso spaccato ontogenetico, cioè nel valorizzarne o disconoscerne la dimensione sistemica, nel sottolinearne o meno la stabilità e l’equilibrio, l’apertura o la chiusura. Analizzeremo quindi due modalità diverse di configurare i sistemi e di comprenderne l’equilibrio. Sistemi autopoietici o simpoietici, equilibrio omeostatico e trasduttivo: teoria della stabilità tra identici o tropismi di discontinuità tra dispari.
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Intervista. Félix Guattari: “Che cos’è l’ecosofia?”

di E. Videcoq e J.Y. Sparel

Pubblicato in origine il 9-02-2020 su http://www.euronomade.info/?p=12982

Il campo dell’ecologia ha occupato una parte importante della riflessione di Félix Guattari nei suoi ultimi anni. Con l’apertura mentale e politica che lo contraddistingue, Félix ha coniato i concetti di “ecosofia” e “oggetto ecosofico”, che, come nello stile suo e di Gilles Deleuze, avevano ila funzione di congiungere aree eterogenee, piuttosto che di delimitare e confinare il concetto. Non sorprende, quindi, che Guattari parli di tre ecologie, concatenando il tema ecologico “classico”, oggetto di riscoperta e interesse politico sul finire degli anni Ottanta con i vari e differenti movimenti “verdi”, con l’ecologi apolitica, che mette in questione i fondamenti strutturali delle società nelle quali si manifesta la crisi ambientale; a queste due ecologie se ne aggiunge una terza, l’ecologia mentale, che ha a che fare con la situazione di finitezza esistenziale dei soggetti sovradeterminati dai flussi di disoccupazione, marginalità oppressiva, solitudine, inoperosità, angoscia, nevrosi conseguenti al continuo sviluppo del lavoro meccanizzato e alla rivoluzione informatica. Questa riflessione ecosofica a cavallo degli anni Ottanta e Novanta (è del 1989 Les trois écologies, del 1992 Chaosmose) concerne la messa in discussione del modo «in cui si vive su questo pianeta, nel contesto dell’accelerazione dei mutamenti tecnico-scientifici e del considerevole incremento demografico» Continue reading