Individuo, società e svolte autoritarie.

Astratto, fiamme rosse arancioni su sfondo azzurro

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Pubblicato in origine su Altraparola il 6 Giugno 2025.

di A. Marin

Esistono condizioni psicologiche, familiari, sociali e tecnologiche favorevoli all’instaurarsi di una forma politica autoritaria e di quella più estrema totalitaria? Esiste un potenziale fascista in ognuno di noi oppure il “fascismo potenziale” si dà solo in presenza di una determinata struttura di personalità, quella autoritaria studiata dalla scuola di Francoforte nella prima metà del secolo scorso? Un tipo di personalità, quest’ultima, caratterizzata da un insieme di atteggiamenti, credenze e comportamenti che riflettono una forte inclinazione verso l’autorità, la disciplina e il conformismo, insieme a una tendenza a disprezzare o discriminare chi viene percepito come diverso o inferiore. E in società ipermoderne, globalizzate e digitalizzate come le nostre, non più disciplinari ma del controllo ubiquitario algoritmico, società che oggi potremmo definire con Bernard Stiegler automatiche è ancora rinvenibile quel modello di personalità?

Se sì, con quali invarianti e differenze all’interno di habitat sociali modellati dalla tendenziale concentrazione degli esseri umani in centri urbani in sempre più veloce espansione, la diffusione planetaria di artefatti digitali e l’innervazione globale della superficie terrestre e dello spazio di infrastrutture tecnologiche? Più in generale come si sta oggi riconfigurando il soggetto individuale, ridotto a terminale di comunicazione, nodo funzionalmente integrato di una struttura reticolare che lo ridefinisce continuamente attraverso flussi di sollecitazioni infoneurali ai quali reagisce secondo modalità pavloviane? E quello collettivo, sempre più sostituito da aggregazioni volatili e temporanee come quelle di uno sciame? Qual è la temperie psicosociale che in una fase di crisi sistemica del capitalismo, favorisce un ulteriore allentamento delle regole democratiche nella direzione di torsioni autoritarie diffuse, che hanno lo scopo di creare un ambiente adeguato all’ennesima ripartenza del capitalismo stesso? Continua a leggere

Mamdani dimostra l’efficacia del metodo DSA negli USA

skyline di grattacieli acquerello

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Pubblicato con lievi modifiche su Transform Italia il 06 Agosto 2025

di M. Minetti

Mamdani, Ocasio Cortez e Sanders.

La vittoria di Zohran Mamdani alle primarie per il candidato democratico alle future elezioni del sindaco di New York costituisce un elemento di riflessione sulla vitalità di una proposta socialista nel cuore del capitalismo finanziario degli USA. Delle ragioni della sua affermazione ha già scritto su Transform Italia Alessandro Scasellati, sottolineando brevemente anche la metodologia di campagna che “ha contato su un esercito di 40 mila volontari porta a porta, che spesso hanno visitato distretti tradizionalmente ignorati dai politici della macchina democratica. Per molti di questi volontari, questa è stata la prima esperienza politica. Il giovane socialista ha beneficiato anche di oltre 20.000 donatori individuali, di cui circa il 75% ha donato meno di 100 dollari”.

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La nostalgia del corpo sonoro: isolamento sociale e comunicazioni di massa

la sagoma di un umano da solo camminando in uno scenario 3d virtuale e geometrico

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Pubblicato in origine su Transform Italia il 30 Luglio 2025

di P. Nicolosi

In un libro uscito nel 1977 e intitolato Per una storia dei bisogni l’eclettico, imprevedibile e geniale teologo austriaco Ivan Illich scriveva:

«Cinquant’anni fa, quasi tutte le parole che uno udiva erano rivolte personalmente a lui come individuo o a qualcun altro che gli stava vicino. Solo in certe circostanze lo toccavano in quanto membro indifferenziato di una massa – a scuola o in chiesa, a un comizio o al circo. Le parole erano per lo più come lettere scritte a mano e sigillate, non come il ciarpame che inquina le nostre poste.» 1

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La guerra cercata

Commando di incursori con armature robotiche procede con le armi puntate in uno scenario urmano futuristico

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di M. Minetti

L’articolo è stato pubblicato su Transform Italia il giorno 16 luglio 2025.

Scrivere oggi di pacifismo, in questo particolare momento storico, obbliga a giuste e sensate argomentazioni, che però non spiegano affatto perché si vada in tutt’altra direzione. Cercherò quindi di spiegare le ragioni della guerra e, visto che appare inevitabile, delle possibili azioni evolutive per affrontarla prendendo spunto dalla storia passata, visto che non è la prima volta che i governanti ci trascinano convintamente in questa volontaria catastrofe.

Le guerre non si sono mai fermate

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Evoluo de la partioj.

La krizoj de la politiko: suvereneco, reprezentado, gvidado, organizo.

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de M. Minetti

La partio kiu mankas

Mi plene konsentas kun la sociologo Lorenzo Viviani kiam, en sia eseo Sociologio de la partioj (Carocci 2015), li asertas ke la partioj estas longe for de la stato esti superitaj kiel institucioj, sed ili devas evolui.

En la nuna debato, tro ofte la supero de la tradiciaj modeloj de partopreno kaj organizo de la politiko estas identigita kun la epitafo de la partio kiel aktoro de la demokratio “ [… en kiu] la politiko riskas -pensu pri la eŭropa supranacia dimensio – esti komisiita de la teknokratio, subigita al la financa dimensio, kaj samtempe transdonita al fortoj kiuj ĝin agitas, sed ne faras ĝin ilo de transformo de la socio.” (Viviani 2015, pp. 12-13) Continua a leggere

La proprietà aperta e i suoi nemici: suicidi eccellenti nella Silicon Valley

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Di Rattus Norvegicus

Pubblicato in origine nella ML Neurogreen il 15-1-2025

Considero il recente (presunto) suicidio del programmatore indiano ventiseienne Suchir Balaji, un giovane che aveva alle spalle quattro anni di lavoro presso il centro di ricerca di OpenAI, un evento di una tale gravità da richiedere un ripensamento in merito al ruolo svolto dalla proprietà intellettuale negli ultimi quarant’anni, sia all’interno della produzione informatica e di rete sia, più in generale, nell’ambito dei complessi rapporti che questa peculiare forma di proprietà privata ha stabilito con la libertà di opinione, con il diritto di accesso all’educazione e alla formazione, con la cooperazione internazionale allo sviluppo e, per estensione, con tutti  i principali pilastri del diritto nelle democrazie liberali, quelli che i paladini del libero mercato continuano a invocare nei loro discorsi pubblici sebbene nelle realtà non se ne veda più traccia da moltissimo tempo. Continua a leggere

Mobilizado kaj dizerto

Bildo – generita de AI

Artikolo origine publikigita en numero #6 de Rizomatica.

de M. Minetti


“Se la metarakontoj de la deknaŭa-dudeka jarcento estus kristanismo, la klerismo kaj socialismo; tiuj kiuj aperas en la tria jarmilo estas sciencisma novpozitivismo, novliberala ekonomia darvinismo kaj la media-trimondisma sento de kulpo por aliĝi al la unuaj du.” (Luther Blissett 2023)

Domajnaj mapoj.

Ni nun ne kutimas observi la planisferojn pendantajn sur la muroj de lernejaj klasĉambroj, reprezentitaj en tiu Mercator-projekcio kiu reduktas la grandecon de la ekvatoraj regionoj, igante la arktajn regionojn ŝajni grandegaj. La fakto, ke Eŭropo kaj Nordameriko troviĝas en la Norda Hemisfero, favoris ĉi tiun eŭrocentran kaj hodiaŭ ni dirus “okcidenta” vidado de la planedo.

Tamen pli kaj pli ofte ni demandas mapojn sur la ekrano de inteligenta telefono. Foje eĉ por fari mallongan vojaĝon piede ni fidas je GPS-satelita gvidado, por kalkuli distancojn, por taksi, kion proponas al ni areo, kiun ni ne konas. La atentoŝanĝo de makro al mikro estas evidenta, de la reprezentado de la aperintaj teroj kaj oceanoj, kun la malsamaj kontinentoj dividitaj en difinitajn naciajn etendaĵojn, al reprezentado de la antropozita kaj proksima spaco, kiu interesas nin nur kiel medio travivita de ni kiel individuoj, ĉefe konsumantoj. Continua a leggere

23 Aprile Rizomatica al CRS – video registrato

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L’anticapitalismo degli idioti storici.

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Come Il Collasso della modernizzazione di Robert Kurz possa ancora insegnarci qualcosa del presente.

Articolo pubblicato in origine su L’anatra di Vaucanson l’ 8 Marzo 2018.

di R. Frola.

Il crollo del socialismo reale segnò davvero la fine di un’epoca? Con questa domanda, dall’aspetto docile come un pranzo in famiglia, si apre Il collasso della modernizzazione di Robert Kurz, un libro così spiazzante che sono stati necessari ventisei anni di difficoltosa digestione (il libro uscì in Germania nel 1991), e una crisi economica mondiale – largamente prevista dall’autore – perché qualcuno si convincesse a concedergli finalmente la pubblicazione anche in Italia. Continua a leggere

Cavalcare il nemico

Processi di identificazione e propaganda politica.                      di M. Minetti

L’articolo è stato pubblicato in versione ridotta sulla rivista NOT (Nero On Theory) il 14-09-2022

Il nemico marcia in testa a te
ma anche alle tue spalle.
Il nemico marcia con i piedi
nelle tue stesse scarpe.
Quindi anche se le tracce non le vedi
è sempre dalla tua parte
(Claudio Lolli 1977)

Chi vuole essere influencer.

Posso forse affermare, senza scandalizzare nessuno, che viviamo nella società dell’informazione, come qualche anno fa vivevamo nella società del valore. Ciò significa che, mentre in gran parte del secolo scorso la società si divideva, grossolanamente, per chi utilizza un paradigma del conflitto fra classi, in proprietari di capitale e non proprietari, oggi si divide in produttori di informazioni e consumatori di informazioni (Lyotard 2014, La condizione postmoderna, p.8). Continua a leggere

L’Ecosistema di Organizzazioni.

di M. Minetti

Pubblicato in origine su: https://coxsa.blogspot.com  il 19/01/2020

Alcuni punti da cui partire.

Gran parte della costruzione del consenso e della comunicazione politica si svolge sui social network, secondo le regole incorporate nella struttura di questi software proprietari: sponsorizzazione, bolle, costruzione dell’identità e dell’odio, narcisismo e conformismo, estrazione dei dati, opacità degli algoritmi.
Il protagonismo, anche spesso solo rappresentato, degli attivisti sui social network è diventata una prassi di diffusione dei messaggi politici e un elemento importante dei contenuti, nella forma dell’identificazione che spesso alimenta narrazioni identitarie e discorsi di odio. Ne parla Giuliano Da Empoli nel suo Gli ingegneri del caos. Teoria e tecnica dell’Internazionale populista, del 2019.
Questi spazi social sono per definizione una vetrina per vendere e per vendersi, ma sono molto poco adatti ad una reale discussione.
L’introito pubblicitario di Facebook (e Instagram) nel 2019 è stato di 69,655 mld di dollari. Gli utenti attivi sono stati ben 2,5 Mld, con un valore medio di introito pubblicitario per ogni utente che si aggira quindi sui 28 dollari annui (Fonte aziendale). Ovviamente un utente di Facebook che ha alti livelli di spesa, oltre 30$ al giorno come negli USA e Canada, vale 139,35 dollari all’anno.  Gli utenti poveri, invece, hanno più valore come elettorato, per il controllo sociale e le informazioni che possono fornire a polizia e servizi segreti dei governi. Gli annunci pubblicitari su pubblico profilato, oltre che dalle grandi aziende, vengono acquistati anche da piccoli esercenti, artisti, associazioni e enti no-profit, sindacati, chiese, gruppi politici.

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La mia vita fuori di me

di M. Minetti

L’articolo è apparso in origine il 7-12-2021 su NOT in versione ridotta.

Molti mi conoscono, ma quella persona non sono io.

Fino a pochi anni fa poteva accadere soltanto a persone con una certa fama, che avevano costruito attraverso la carriera un’immagine coerente con il proprio pubblico, di essere riconosciute per ciò che non erano. Questo è il tema della canzone di Francesco de Gregori, “Guarda che non sono io“.

Cantanti, attori, intellettuali, aristocratici, politici, imprenditori, si mostravano in fotografie posate, interviste, biografie e, ovviamente nelle loro opere. La scissione si rifletteva, in questi personaggi, nella oscillante considerazione tra la propria immagine pubblica e quella privata che gli veniva riflessa nei rapporti più prossimi. Solo poche persone, i famosi, avevano una vita fissata al di fuori della propria memoria senza possibilità di oblio, portandone il peso a volte insostenibile. La vita privata (privacy) poteva comunque, anche se con difficoltà, essere mantenuta separata e nascosta dalle curiosità morbose del pubblico. Le persone comuni, invece, agivano le proprie relazioni sociali soltanto nella prossimità del faccia a faccia, controllando attraverso il proprio corpo e le parole, l’”immagine di sè” che volevano mettere in scena, come su un palcoscenico (Goffman 1969). Continua a leggere

Teoria della classe disagiata – Recensione

Ripubblichiamo la recensione di “Teoria della classe disagiata” scritta da Veronica Siracusano Raffa per il suo blog qualche mese fa. Veronica, DocSweepsy per i molti che la leggevano su internet, è venuta a mancare qualche giorno fa a causa di un’improvvisa malattia. Non l’avevamo mai incontrata di persona ma ci mancheranno la sua intelligenza, ironia e capacità di connettere mondi diversi: come aveva detto nella nostra ultima videochiamata “sono un pò dappertutto come il prezzemolo”, e infatti oltre a collaborare con Rizomatica militava in Sinistra Classe Rivoluzione, partecipava a Tech Workers Coalition Italia e scriveva appunto un proprio blog.
Un grande abbraccio a tuttə coloro che le hanno voluto bene.

di V. Siracusano Raffa

 

Se mi chiedono quali speranze ci restano, io risponderò con Kafka: c’è molta speranza, ma nessuna per noi.

Se questo è il migliore dei mondi possibili, figuriamoci gli altri.

Da aspirante disagiata, tenevo da un po’ in coda di lettura l’esordio saggistico di Raffaele Alberto Ventura, sul quale avevo visto molti rimandi e citazioni. Tocca leggerlo, mi dissi e finalmente l’ho fatto. Come mi ha detto Pietro ha molti spunti interessanti. Da sociologa mancata (a proposito di disagio) apprezzo molto i continui richiami teorici, sin dal titolo che evidentemente cita il classico di Veblen, così come gli innumerevoli rimandi letterari. L’autore ci parla invece del rischio concreto, nel senso che è già realtà in non pochi casi, del declassamento del ceto medio occidentale. Continua a leggere

La costruzione del movimento dei Tech Worker

di B. Tarnoff  trad. it. di F. Sganga

Questo testo è una riduzione di un articolo pubblicato da Logic. La traduzione e l’adattamento molto amatoriali sono di Filo Sganga. Il testo originale può essere letto qui.

Il 1° novembre 2018, più di ventimila dipendenti e consulenti esterni di Google hanno lasciato i loro uffici. [1] Hanno scioperato in cinquanta città di tutto il mondo: nella Silicon Valley e a Sydney, a Dublino e a San Paolo. Erano furiosi per un articolo sul New York Times in cui si raccontava che Andy Rubin, creatore di Android, era stato protetto dalla direzione di Google e aveva ricevuto una buonuscita di 90 milioni di dollari nonostante le accuse di molestie sessuali che la direzione stessa aveva ritenuto attendibili. Sette giorni dopo la pubblicazione dell’articolo, hanno portato a termine una delle più grandi azioni sindacali internazionali nella storia contemporanea. Si sono riuniti nei parchi e nelle piazze, hanno cantato, marciato e condiviso storie. Continua a leggere

L’illusione della Società dei Servizi

Pubblicato in origine su L’anatra di Vaucanson     di  Robert Kurz

Sesto capitolo della sezione VIII dello Schwarzbuch Kapitalismus (“Il libro nero del capitalismo”) di Robert Kurz.

Da Schwarzbuch Kapitalismus  Sezione VIII. La storia della terza rivoluzione industriale

• Visioni dell’automazione

• La razionalizzazione elimina l’uomo

• L’abdicazione dello Stato

• L’ultima crociata del liberalismo

• La nuova povertà di massa

• L’illusione della società dei servizi

• Capitalismo da casinò: il denaro perde il lavoro

• La fine dell’economia nazionale

• Il risveglio dei demoni

L’illusione della società dei servizi

Naturalmente le elite funzionali del capitalismo si rendono conto, o quanto meno hanno sentore del fatto che, prima o poi, si arriverà alla fine della corsa. Se non si verificherà al più presto una nuova avanzata della crescita e dell’occupazione su scala globale accadrà ciò che sembrava già incombere drammaticamente, su di uno stadio di sviluppo assai inferiore, durante la prima parte del XIX secolo: lo sgretolamento della società capitalistica, ostinatamente attaccata alla sua forma, nelle guerre civili e negli stati di assedio permanenti, nel terrore e nella follia. Il discorso della «tolleranza zero» è già un sintomo della crescente paura da parte delle elite, che potrebbero perdere completamente il controllo della situazione. Ma poiché, com’è logico, la violenza in uniforme, nuovi campi di correzione e di lavoro non possono generare da soli una nuova accumulazione di capitale, bisogna comunque insistere con la claudicante promessa di un miglioramento economico, anche se quest’ultima sembra essere ormai del tutto insussistente. Continua a leggere

Le colonie del nostro tempo e il filantrocapitalismo.

di V. Shiva

Pubblicato in origine su https://comune-info.net/le-colonie-del-nostro-tempo-e-il-filantrocapitalismo/  il 24 – 10 –  2020

Ormai lo sappiamo da tempo, da molto prima che il virus che dilaga nel mondo cominciasse a diffondere il panico in mezzo pianeta: la sopravvivenza della nostra specie non era forse mai stata tanto minacciata. Sappiamo altresì che mai così poche persone avevano avuto il controllo sulla vita dell’intera comunità e mai come oggi i nostri corpi e le nostre menti erano stati trasformati in vere e proprie colonie da cui estrarre rendita e accumulare una ricchezza spropositata in poche mani. Continua a leggere

Accelerazionismo… e decrescita? Gli strani compagni di letto della sinistra.

di A. Vansintjan – Institute of Social Ecology, 2016
(traduzione di M. Giustini)

pubblicato in origine su https://social-ecology.org/wp/2016/09/accelerationism-degrowth-lefts-strangest-bedfellows

Più di un anno fa ho vissuto a Barcellona, dove ho avuto la fortuna di assistere alla vittoria alle elezioni comunali di un movimento sociale, in gran parte alimentato da cooperative, squat ed altri spazi autonomi. Avevo trascorso l’anno coinvolto in un gruppo che studia e sostiene la “decrescita”: l’idea che dobbiamo ridimensionare la produzione ed il consumo per avere una società più equa, e che quindi dobbiamo smantellare l’ideologia della “crescita economica a tutti i costi”. Come potete immaginare, passano gran parte del loro tempo cercando di chiarire idee sbagliate: “No, non siamo contrari alla crescita degli alberi. Sì, vorremmo anche che i bambini crescessero. Sì, ci piacciono anche le cose belle come l’assistenza sanitaria”.

Ma da un anno vivo a Londra. Là, l’ideologia attivista sembrava essere permeata dagli “accelerazionisti”, i quali sostengono che il capitalismo e le sue tecnologie dovrebbero essere spinti oltre i propri limiti, per creare un nuovo futuro post-capitalista. Continua a leggere

Basta con le rockstar: come fermare gli abusi nelle tech community.

img-elisatron

di V. Aurora, M. Gardiner e L.Honeywell

trad. it. amatoriale di diorama

original: “No more rock stars: how to stop abuse in tech community

français: En finir avec les rock stars : comment faire cesser les agressions dans nos communautés

Avvertenze: discussione su abusi e violenze sessuali.

Nell’ultimo paio di settimane [21 giugno 2016], tre rispettabili membri delle tech community incentrate sulla sicurezza informatica e sulla privacy si sono fatti avanti col proprio nome per raccontare le loro strazianti storie di condotte sessuali reprensibili, molestie e abusi commessi da Jacob Appelbaum. Si sono mossi in solidarietà verso le prime persone che anonimamente hanno segnalato gli abusi di Jacob. Diverse organizzazioni hanno preso posizione per proteggere i loro membri da Appelbaum, incluso The Tor Project, Debian, l’hackerspace Noisebridge di San Francisco, e altre ancora lo stanno facendo. [link] Continua a leggere

Le origini dell’odio on-line

 di:M. Sommella

In origine pubblicato su Demosfera il 20-07-2019

Oggi è impensabile comprendere il livello di odio circolante se non si comprendono le tecnologie e gli strumenti tecnologici.

È impensabile anche comprendere oggi l’evoluzione dell’odio se non si parte dalla seconda guerra mondiale e dalla sua origine. La propaganda d’odio inizia soprattutto in Europa durante i totalitarismi e nel corso della ricostruzione post-bellica. Continua a leggere

“Verso un’economia di merda”| In ricordo di David Graeber –

Pubblicato in origine il 5-09-2020 su Effimera                                di F. Berardi (Bifo)

Conobbi David a Sapporo, nell’anno 2008 nella palestra dove si teneva la riunione iniziale delle giornate di contro-summit, mentre il G8 si riuniva in qualche luogo iper-protetto della città capitale dell’Hokkaido. Eravamo arrivati da poche ore, io e Claudia dall’Italia, David da Londra, e avevamo un sonno bestiale. Mentre i compagni giapponesi facevano i discorsini introduttivi al contro-summit, David si stese per terra e si addormentò per un po’. Continua a leggere

Contro l’hackerismo, pt. 1

di S. Robutti

Pubblicato in origine il 19-07-2020 su:  https://write.as/chobeat/quaderni-di-lavoro-contro-lhackerismo-pt

Questo articolo è parte di una serie che sperabilmente porterà alla creazione di un articolo aperto sul tema della disseminazione tecnologica e la narrativa su come è compresa e svolta in occidente. Gli articoli saranno leggibili indipendentemente uno dall’altro o come un corpo unico.  Traduzione dell’articolo in lingua inglese


Letture propedeutiche:

Richard Barbrook – L’Ideologia Californiana (1995)

Il termine “hacker” è stato utilizzato da così tanti individui e movimenti che oramai è totalmente priva di significato. Sebbene all’origine il termine indicasse un ristretto gruppo di appassionati di tecnologia, lentamente prese ad evolversi per indicaure un’intera sottocultura, successivamente frammentatasi in una costellazione di movimenti tecno-politici. Negli anni, il termine venne pienamente assorbito dalla startup-culture. Diventò un termine utilizzato sia dai lavoratori tecnici che dai manager per identificarsi in un’idea di successo come definito dall’Ideologia Californiana. Lo sforzo imprenditoriale venne quindi rappresentato come un attacco allo status quo, al buon senso e ai vincoli che limitano i concorrenti (pensare out of the box). L’hackerismo diventò quindi un elemento di auto-promozione, personale e aziendale.

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Pie illusioni e socialismo scientifico.

img – elisatron

di M. Minetti

Pubblicato in origine l’8/07/2020 su Transform Italia

La narrazione desiderante

Nella lingua inglese esiste l’espressione “wishful thinking” (pensiero desiderante, illusorio, speranzoso) per designare un pensiero che, piuttosto che procedere da un ragionamento, possiamo sottointendere di tipo scientifico consequenziale, arriva a delle conclusioni semplicemente perchè al suo autore sembrano desiderabili.

Per non dover mettere in discussione le conclusioni, di solito l’autore si aggiusta delle premesse credibili, sostenute da qualche bias cognitivo e da dati parziali, solitamente presentati in modo volutamente distorto o comunque drammatizzato (Rosling 2018, p.22). Continua a leggere

Screen New Deal

di N. Klein

Traduz.: G. Nicolosi – 19 maggio 2020

Isolamento fisico come laboratorio vivente di un avvenire – altamente redditizio – deprivato per sempre di qualsiasi contatto fisico

Nel corso del briefing quotidiano sul coronavirus del governatore di New York Andrew Cuomo di mercoledì 6 maggio, per alcuni brevi istanti, la cupa smorfia che ha riempito i nostri schermi per settimane si è rapidamente trasformata in qualcosa che assomiglia a un sorriso.
«Noi siamo pronti, ci siamo completamente dentro», ha ciangottato il governatore. «Siamo newyorkesi, quindi siamo aggressivi su questo problema, siamo anche ambiziosi a tale riguardo (…) Ci rendiamo conto che il cambiamento non soltanto è imminente, ma può essere veramente un amico se facciamo le cose come vanno fatte. »
L’ispirazione per queste vibrazioni insolitamente positive veniva dalla visita in video dell’ex CEO di Google Eric Schmidt, che si è unito al briefing del governatore per annunciare che sarà a capo di un panel per reinventare la realtà post-Covid dello Stato di New York, con un’enfasi sull’integrazione permanente della tecnologia in ogni aspetto della vita civile.

«Le priorità di ciò che stiamo cercando di seguire» , ha dichiarato Schmidt, «riguardano la sanità a distanza, l’apprendimento da remoto e la banda larga (…) Dobbiamo cercare soluzioni che possano essere usate adesso e poi accelerate per utilizzare la tecnologia e per fare le cose al meglio». Per non avere dubbi sul fatto che gli obiettivi dell’ex presidente di Google fossero del tutto benevoli, il suo sfondo video presentava una coppia di ali d’angelo d’oro incorniciate. Continua a leggere

Nuove articolazioni del lavoro, l’host Airbnb.

Circa 24.000 alloggi offerti negli annunci solo a Roma.

http://insideairbnb.com/rome/?neighbourhood=&filterEntireHomes=false&filterHighlyAvailable=false&filterRecentReviews=false&filterMultiListings=false

di M. Minetti

Nel 2009 nasce Airbnb, come sito di annunci di affitti immobiliari a breve termine per privati. Continua a leggere