Recensione ragionata del libro di Ursula Huws, Il lavoro nell’economia digitale globale. Il cybertariato diventa maggiorenne, Punto Rosso, 2021.
di F. Barbetta
Il cybertariato è una realtà nella società contemporanea. Mentre si discute della fine del lavoro, una massa di lavoratori legati alla produzione di elettronica è occupata in fabbriche di chip, microprocessori e display in Cina, in condizioni precarie. Operatori di telemarketing rispondono alle telefonate da tutto il mondo in India per risolvere i problemi con la carta VISA. Parliamo di un esercito di lavoratori on-demand sparsi in tutto il mondo. Cyberproletari in outsourcing, che non compaiono nemmeno nelle statistiche ufficiali. I call center sono diffusi in tutto il mondo, generando milioni di posti di lavoro altamente degradanti. In questo ambiente, i soggetti sono esposti alle pressioni del flusso informativo, che sono caratterizzate dalla disumanità degli algoritmi, che potenziano la logica del controllo. A causa dell’estrema supervisione e sorveglianza di questi lavoratori, si è iniziato a parlare da qualche anno di taylorismo digitale (1). Continua a leggere