Rizomatica 1202-2021

Infosfera, 12/02/2021

Per questa quarta uscita sul blog rizomatica, a distanza di un anno dalla prima, abbiamo scelto di riflettere sui temi della partecipazione politica, delle asimmetrie informative e crisi della democrazia. 

Qui di seguito il link da cui scaricare il documento completo in PDF e EPUB.

https://rizomatica.org/rizomatica12022021.pdf

https://rizomatica.org/rizomatica12022021.epub

 

Indice:

Copertina di diorama. Foto or. di Èmmanuil Noevič Evzerichin, 1942, dominio pubblico, e di Orlova Maria, Unsplash Licence.
Programmi: Photomosh, GIMP, Inkscape su sistema GNU/Linux.

Gli stessi articoli saranno pubblicati sul blog in date consecutive e rilanciati sul fediverso dall’apposito robottino @rizomatica
e
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Covid-19, capitalismo di piattaforma e reti di mutualismo conflittuale

di S. Simoncini

1. Le fratture del Covid-19

Al di là della terribile conta delle vittime, non abbiamo ancora cognizione esatta dell’entità della catastrofe che ci ha investito. Perché Covid-19 non è un ciclone tropicale, non ha devastato con impeto le strutture fisiche e visibili dei nostri territori. Ha piuttosto profondamente investito le già fragili strutture invisibili di molti sistemi sociali ed economici, mettendoli a nudo e colpendo le fasce di popolazione più esposta, e forse anche minando in molti paesi i fondamentali istituti democratici (Harvey, 2020; Han, 2020)[1].Ma Covid-19 non è solo e semplicemente una fatalità devastante e priva di senso. Avendo palesato a scala planetaria l’insostenibilità del modello di sviluppo dominante, potrebbe aver predisposto le nostre coscienze a promuovere o ad accogliere un radicale cambiamento di paradigma. Covid-19 è quindi in un certo senso un’immagine[2], qualcosa di assimilabile alle prime immagini della terra vista dallo spazio, fotografie dirompenti che hanno generato in molti una nuova coscienza della relazione tra uomo e natura. Continua a leggere

Alla ricerca di nuove forme di aggregazione

di M. Carbone

Nell’intervista concessa alla rivista “Zeit-Online” dalla sociologa Maja Göpel, [1] si sostiene che nuove forme di aggregazione possono essere possibili. La pandemia potrebbe spingerci a nuovi modelli basati sulla solidarietà e su nuovi modelli economici. Pur non condividendo del tutto l’approccio armonizzante, malgrado la sua critica alla società capitalistica, si ritiene che valga la pena confrontarsi con nuove forme di partecipazione civica alla politica anche se potrebbero non sempre risultare veramente democratiche e attuate dalla base. La sociologa parte da tre profonde questioni, che già nel periodo precedente la pandemia erano sorte nel mezzo della società tedesca, chiedendosi se siamo in grado di confrontarci con esse seriamente e, in caso negativo, cosa potrebbe accadere. Le questioni riguardano aspetti innanzitutto economici “Avremo abbastanza per noi?” “Abbiamo abbastanza da suddividere?” e “Chi siamo in verità questo “noi”?”. Continua a leggere

Bolle, totem, echo chambers. Intervista a W. Quattrociocchi.

Intervista di M. Kep a W. Quattrociocchi

Abbiamo intervistato il Prof. Walter Quattrociocchi, docente di Social network analysis e Knowlwdge, interaction and intelligent systems al’università Cà Foscari di Venezia, nonché autore di numerosi studi e libri sul tema della interazione sociale in rete:

assieme ad Antonella Vicini Misinformation. Guida alla società dell’informazione e della credulità del 2016 e Liberi di crederci. Informazione, internet e post-verità del 2018.

MK: Ciao Walter, grazie di esserti prestato a questa intervista. La nostra non è né una rivista divulgativa o giornalistica, né una rivista accademica, quindi ci piace andare ad approfondire dei temi, con delle pretese anche scientifiche, ma non ci rivolgiamo a degli esperti in materia. Di cosa ti occupi principalmente nelle tue ricerche e qual è l’oggetto principale di queste ricerche?

WQ: Io mi occupo di analisi di quelli che vengono detti sistemi complessi, una parola come tante per descrivere il focus sull’interazione di grandi moli di dati per capire come evolve il comportamento umano di massa, non del singolo. Perché il comportamento del singolo, è più oggetto delle scienze morbide quali sociologia e altre che, chiamarle scienze, dal mio punto di vista, è abbastanza una forzatura. Perchè spesso vanno per materia interpretativa e sono attività in qualche modo di deduzione o di scrittura creativa. Invece I’idea è quella di cercare di fare degli esperimenti che ti danno un minimo di segnale su comportamenti di massa. Continua a leggere

La relazione incompiuta.

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di A. Hall e M. Minetti

1 – La costruzione dell’Io

Il sé come centro dell’indagine, dunque: gli esempi dei modi di inquadrarlo sarebbero infiniti e porterebbero lontano: proprio in virtù la sua interna complessità, esso appare sfuggente, difficile da descrivere, arduo da trattenere.

Più volte si è delineata la salute psichica e la possibilità di esprimere con pienezza il potenziale del proprio sé con la metafora dello “stare tra gli spazi” (Bromberg 2007). Se essere a pieno titolo soggetti della propria esperienza psichica è uno stare “tra” diversi nuclei dell’esperienza di sé, quasi in una terra di mezzo o in un “area che connette”, allora possiamo senza dubbio ascrivere al sé la caratteristica di un’ineliminabile molteplicità. Ciò significa che essere sé stessi non è semplice, poiché non è molto chiaro cosa significhi effettivamente. Ciascuno comprende dentro di sé un’ampia gamma di declinazioni e modi della propria vita soggettiva, una serie di configurazioni mutevoli, vive e in costante mutamento. Continua a leggere

Basta con le rockstar: come fermare gli abusi nelle tech community.

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di V. Aurora, M. Gardiner e L.Honeywell

trad. it. amatoriale di diorama

original: “No more rock stars: how to stop abuse in tech community

français: En finir avec les rock stars : comment faire cesser les agressions dans nos communautés

Avvertenze: discussione su abusi e violenze sessuali.

Nell’ultimo paio di settimane [21 giugno 2016], tre rispettabili membri delle tech community incentrate sulla sicurezza informatica e sulla privacy si sono fatti avanti col proprio nome per raccontare le loro strazianti storie di condotte sessuali reprensibili, molestie e abusi commessi da Jacob Appelbaum. Si sono mossi in solidarietà verso le prime persone che anonimamente hanno segnalato gli abusi di Jacob. Diverse organizzazioni hanno preso posizione per proteggere i loro membri da Appelbaum, incluso The Tor Project, Debian, l’hackerspace Noisebridge di San Francisco, e altre ancora lo stanno facendo. [link] Continua a leggere

Dovremmo fare Rizoma (Inc.)

di M. Binotto

Pubblicato in origine l’8 Aprile del 2002 su Rekombinant.org (ora chiuso).

Il movimento non può continuare ad essere attività del tempo libero. Il movimento non può continuare a finanziare il nemico. Serve una nuova interfaccia lavoro-consumo. Hate the corporation, become corporation.

Rizoma potrebbe non essere solo un concetto reticolare di D&G, né solo la forma biologica della radice della fragola. Rizome potrebbe essere il virus per invadere il mercato globale.

In un suo vecchio romanzo Isole nella Rete Bruce Sterling ipotizzava varie possibili vie di fuga dalla dittatura della Capitale Globale, della Babilonia multinazionale e multilaterale. Se vi è capitato di perdervi quel magnifico libro: una era quella delle isole della rete, spazi autonomi, illegali, nascosti. Utopie pirata. Unaltra era quella della Rizome incorporated. Una multinazionale. Una gigantesca impresa, globale ma reticolare, unitaria ma decentrata, etica ma redditizia. Il principio informatore era la “democrazia economica”, non vi erano lavori ma attività, capi ma soci, fratelli, non c’era gerarchia ma senso comunitario Continua a leggere