Mobilitazione e diserzione

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di M. Minetti

Se le meta-narrazioni otto-novecentesche erano il cristianesimo, l’illuminismo e il socialismo; quelle che emergono nel terzo millennio sono il neopositivismo scientista, il darwinismo economico neoliberale e il senso di colpa ambientale-terzomondista per aver aderito alle prime due.” (Luther Blissett 2023)

 

Mappe del dominio.

Siamo oramai disabituati a osservare i planisferi appesi alle pareti delle aule scolastiche, rappresentati in quella proiezione di Mercatore che riduce le dimensioni delle regioni equatoriali, facendo apparire enormi le regioni artiche. Il fatto che l’Europa e il Nord America si trovino nell’emisfero boreale ha privilegiato questa visione eurocentrica e oggi diremmo “occidentale” del pianeta.

Sempre più spesso, invece, interroghiamo le mappe sullo schermo di uno smartphone. A volte anche per compiere un breve spostamento a piedi ci affidiamo alla guida satellitare del GPS, per calcolare distanze, per valutare cosa ci offre un territorio che non conosciamo. E’ evidente lo spostamento dell’attenzione dal macro al micro, dalla rappresentazione delle terre emerse e degli oceani, con i diversi continenti suddivisi in estensioni nazionali definite, a una rappresentazione dello spazio antropizzato e prossimale che ci interessa soltanto in quanto ambiente vissuto da noi come singoli individui, principalmente consumatori. Continue reading

La finanza è guerra

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di S. Cacciari

Per gentile concessione dell’autore pubblichiamo l’introduzione di La finanza è guerra di SIlvano Cacciari, La casa Usher, Firenze, 2023 un viaggio vertiginoso verso l’universo che si apre a partire dall’osservazione antropologica dei conflitti connessi alla moneta e ai suoi derivati”

Introduzione

Dalla caduta del muro di Berlino ad oggi, la superficie della globalizzazione è stata incrinata da due fenomeni: il ritorno della guerra, dal sanguinoso conflitto interjugoslavo a quello russo-ucraino, e l’esplosione di crisi finanziarie anticipate negli USA degli anni ‘80 e proseguite a livello planetario dai ‘90. Dopo aver combattuto due guerre mondiali, il pianeta che veniva consegnato alle generazioni successive, nonostante la guerra fredda, sembrava così pronto ad contenere questi fenomeni. E’ poi accaduto , a quarant’anni dalla nascita delle Nazioni Unite e da Bretton Woods, che i presupposti degli accordi per la prevenzione delle guerre e per la limitazione della circolazione dei capitali, ritenuta la causa della crisi del ’29, nel corso degli anni hanno cominciato a scricchiolare per venire definitivamente meno tra il crollo di Wall Street (1987) e la caduta del Muro (1989). Poiché la storia non si ripete mai allo stesso modo, all’alba degli anni ’90, la guerra e le crisi finanziarie si presentavano in modo diverso da inizio secolo: invece di enormi eserciti combattenti in campo aperto, le guerre si facevano locali o spazialmente delimitate con effetti globali, mentre le crisi finanziarie esplodevano attraverso dispositivi tecnologici in rete ben più potenti e invasivi del telegrafo, protagonista del contagio della crisi del ‘29. Da allora, si è registrato un insieme di forti criticità finanziarie su scala planetaria – l’attacco speculativo a lira e sterlina del 1992, la crisi finanziaria globale del 1998, il crollo dei titoli tecnologici di inizio secolo, la grande crisi del settembre 2008 seguita al fallimento della banca d’affari Lehman Brothers, fino al crollo del mercato legato alla pandemia da Covid del 2020 e all’esplosione dei prezzi delle materie prime che ha accompagnato lo scoppio della guerra russo-ucraina – mentre le guerre locali non hanno mai smesso di accendersi e riprodursi, per quanto in forme e dimensioni diverse, e differenti effetti globali, dalla Jugoslavia all’Irak, dall’Afghanistan all’Ucraina. Continue reading