di M. Minetti
L’articolo è apparso in origine il 7-12-2021 su NOT in versione ridotta.
Molti mi conoscono, ma quella persona non sono io.
Fino a pochi anni fa poteva accadere soltanto a persone con una certa fama, che avevano costruito attraverso la carriera un’immagine coerente con il proprio pubblico, di essere riconosciute per ciò che non erano. Questo è il tema della canzone di Francesco de Gregori, “Guarda che non sono io“.
Cantanti, attori, intellettuali, aristocratici, politici, imprenditori, si mostravano in fotografie posate, interviste, biografie e, ovviamente nelle loro opere. La scissione si rifletteva, in questi personaggi, nella oscillante considerazione tra la propria immagine pubblica e quella privata che gli veniva riflessa nei rapporti più prossimi. Solo poche persone, i famosi, avevano una vita fissata al di fuori della propria memoria senza possibilità di oblio, portandone il peso a volte insostenibile. La vita privata (privacy) poteva comunque, anche se con difficoltà, essere mantenuta separata e nascosta dalle curiosità morbose del pubblico. Le persone comuni, invece, agivano le proprie relazioni sociali soltanto nella prossimità del faccia a faccia, controllando attraverso il proprio corpo e le parole, l’”immagine di sè” che volevano mettere in scena, come su un palcoscenico (Goffman 1969). Continua a leggere