La nostalgia del corpo sonoro: isolamento sociale e comunicazioni di massa

la sagoma di un umano da solo camminando in uno scenario 3d virtuale e geometrico

img generata da IA – dominio pubblico

Pubblicato in origine su Transform Italia il 30 Luglio 2025

di P. Nicolosi

In un libro uscito nel 1977 e intitolato Per una storia dei bisogni l’eclettico, imprevedibile e geniale teologo austriaco Ivan Illich scriveva:

«Cinquant’anni fa, quasi tutte le parole che uno udiva erano rivolte personalmente a lui come individuo o a qualcun altro che gli stava vicino. Solo in certe circostanze lo toccavano in quanto membro indifferenziato di una massa – a scuola o in chiesa, a un comizio o al circo. Le parole erano per lo più come lettere scritte a mano e sigillate, non come il ciarpame che inquina le nostre poste.» 1

Illich, nel paragonare le parole del passato a “lettere scritte a mano”, aveva in mente qualcosa di piuttosto simile al fenomeno che,  vent’anni dopo, Franco Berardi(Bifo) chiamerà, con una metafora ispirata all’economia, inflazione semiotica. In a nutshell:  un numero crescente di segni “compra” sempre meno significato. 2 Le filiere di produzione automatica di parole e immagini ne riducono sistematicamente il valore, le svuotano di significato. Illich scriveva a riguardo del diffondersi di una “merce industriale manipolante” che andava progressivamente a sostituirsi a quelli che lui chiamava i “mezzi conviviali”. Alludeva chiaramente ai mass-media generalisti (radio e TV), che in quegli anni stavano raggiungendo la massima diffusione.

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