L’Ecosistema di Organizzazioni.

di M. Minetti

Pubblicato in origine su: https://coxsa.blogspot.com  il 19/01/2020

Alcuni punti da cui partire.

Gran parte della costruzione del consenso e della comunicazione politica si svolge sui social network, secondo le regole incorporate nella struttura di questi software proprietari: sponsorizzazione, bolle, costruzione dell’identità e dell’odio, narcisismo e conformismo, estrazione dei dati, opacità degli algoritmi.
Il protagonismo, anche spesso solo rappresentato, degli attivisti sui social network è diventata una prassi di diffusione dei messaggi politici e un elemento importante dei contenuti, nella forma dell’identificazione che spesso alimenta narrazioni identitarie e discorsi di odio. Ne parla Giuliano Da Empoli nel suo Gli ingegneri del caos. Teoria e tecnica dell’Internazionale populista, del 2019.
Questi spazi social sono per definizione una vetrina per vendere e per vendersi, ma sono molto poco adatti ad una reale discussione.
L’introito pubblicitario di Facebook (e Instagram) nel 2019 è stato di 69,655 mld di dollari. Gli utenti attivi sono stati ben 2,5 Mld, con un valore medio di introito pubblicitario per ogni utente che si aggira quindi sui 28 dollari annui (Fonte aziendale). Ovviamente un utente di Facebook che ha alti livelli di spesa, oltre 30$ al giorno come negli USA e Canada, vale 139,35 dollari all’anno.  Gli utenti poveri, invece, hanno più valore come elettorato, per il controllo sociale e le informazioni che possono fornire a polizia e servizi segreti dei governi. Gli annunci pubblicitari su pubblico profilato, oltre che dalle grandi aziende, vengono acquistati anche da piccoli esercenti, artisti, associazioni e enti no-profit, sindacati, chiese, gruppi politici.

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