Il neuropotere macchinico. Stiegler contro la data-economy

Anticipazione di un’intervista realizzata da S. Simoncini

Bernard Stiegler è probabilmente il filosofo contemporaneo che ha spinto più a fondo la riflessione sul rapporto sempre più complesso e controverso tra tecnologie, individuo e organizzazione sociale, a partire da un ripensamento radicale della tradizione filosofica occidentale da Platone a Deleuze, passando per Kant e Marx. La sua idea è che non esista una essenza dell’umano che trascenda il rapporto con la tecnica, in quanto questa fin dall’alba dell’umanità costituisce un fattore originario di individuazione psichica e collettiva. Per questo motivo le recenti accelerazioni tecnologiche sono da interpretare come fattori di mutamenti strutturali dal punto di vista psico-cognitivo, sociale e politico, di cui Stiegler sta tentando di ricostruire una fenomenologia. La sua visione sulle forme attuali del rapporto uomo-macchina è profondamente negativa, incentrata sulla visione di un accentramento senza precedenti di “neuropotere” macchinico, ma non è deterministica. Sta all’uomo, e soprattutto al politico, riprogrammare le valenze possibili, cognitive e sociali, di questo rapporto. La domanda che resta in sospeso è: quale soggetto politico, e con quale processualità?

Abbiamo conversato a lungo con Stiegler su questi temi decisivi e stiamo predisponendo il testo dell’intervista per pubblicarlo nel prossimo numero di “Rizomatica”. Pubblichiamo ora una piccola anticipazione sul senso del “neuropotere”.

Signor Stiegler cosa intende per neuropotere?

Facebook vi sollecita a postare messaggi, testi, immagini e suoni che, a partire da determinati formati di dati, devono essere caricati attraverso quelle che nel mondo della documentazione elettronica si chiamano maschere di input, che vanno compilati con i dati secondo gli standard definiti dalle piattaforme. Ora questo standard è discretizzato perché così vi è imposto, anche se non ce ne rendiamo conto, ed è concepito per essere calcolabile, e questo solleva un problema importante, perché in linea di principio ciò che determina chi siamo è qualcosa che non è calcolabile, perché noi non possiamo calcolare noi stessi e il nostro inconscio non calcola, ma desidera, che è totalmente altra cosa. Essere un essere sociale significa trasformare un desiderio individuale, che non è calcolabile, in un desiderio condiviso con altri, ad esempio come artisti, come madre di famiglia, come militante, come cittadino, che è quello che chiamo la transindividuazione. Quello che fanno le tecnologie di “grammatizzazione” digitale è investire su quello che chiamo neuropotere, in quanto agiscono direttamente sul nostro cervello, influenzando le ritenzioni psichiche, cioè calcolandole e trasformandole. In questo modo quello che provocano è una vera distruzione della nostra individuazione psichica, ovvero della nostra singolarità, ed è questo che Felix Guattari definiva dividualizzazione, da individuo divento quello che lui chiamava dividuo. Guattari aveva intuito tutto questo nel 1989, non esisteva la rete e neanche il web, ma lui aveva compreso questo per deduzione, ed è su questa che Gilles Deleuze ha concepito le società di controllo. A partire dall’intervista con Toni Negri e in seguito nel Poscritto sulle società di controllo. E questo implica non tanto una manipolazione politica, bensì una manipolazione commerciale, il fine è anzitutto di manipolare i comportamenti nell’orizzonte del mercato e di renderli calcolabili. Ed è un proposito coerente con le teorie neoliberali come quelle di Herbert Simon, o dei grandi teorici del neoliberismo come Friedrich von Hayek, che ritengono che soltanto il mercato è razionale perché soltanto il mercato è calcolabile. In realtà anche i conservatori non fanno alcun calcolo. Anche loro sono bypassati da macchine di calcolo, quelli che chiamiamo algoritmi, perché queste macchine funzionano in tempo reale e alla scala planetaria, mediante quelli che chiamiamo big data – facendo calcoli parallelizzati capaci di trattare diversi miliardi di dati simultaneamente, quasi alla velocità della luce. E su questo s’innesta la manipolazione politica, di cui Cambridge Analytica è soltanto la faccia emersa. La parte immersa che non vediamo è quella realmente importante che chiamo neuropotere. Uno dei primi ad aver contribuito a concepire questo sistema è Peter Thiel, un libertarian di estrema destra che è fondatore di Paypal, primo investitore di Facebook e consigliere personale di Donald Trump. Thiel è la dimostrazione che i veri libertarians sono sempre di estrema destra. La loro convinzione più profonda è che bisogna eliminare la politica. E l’estrema destra è sempre a questo che in qualche modo vuole arrivare, perché ritiene che il popolo è sempre immaturo e pericoloso e bisogna controllarlo con ogni mezzo, dal neuropotere alla repressione più brutale.