Note e bibliografia dell’articolo https://rizomatica.noblogs.org/2020/02/questione-di-classe-le-classi-sociali-nella-modernita-liquida/
1 Krishan Kumar, Le nuove teorie del mondo contemporaneo. Dalla società postindustriale alla società postmoderna, Einaudi, Torino, 2000, pg. 8. Traduzione di Paola Palminiello. ↑
2 Krishan Kumar, Le nuove teorie del mondo contemporaneo. Dalla società postindustriale alla società postmoderna, Einaudi, Torino, 2000, pg. VIII. ↑
3 Krishan Kumar, Le nuove teorie del mondo contemporaneo. Dalla società postindustriale alla società postmoderna, Einaudi, Torino, 2000, pg. 140. Traduzione di Paola Palminiello. ↑
4 Umberto Eco, Pape satàn aleppe. Cronache di una società liquida, La nave di Teseo, Milano, 2016, pg. 11. Pubblicato per la prima volta il 29 maggio 2015 su “l’Espresso”, nella rubrica “La bustina di Minerva” con il titolo La società liquida. ↑
5 In particolare Eco presenta ai lettori Stato di crisi, una conversazione tra Bauman e il sociologo italiano Carlo Bordoni pubblicata da Einaudi, che tocca diversi temi, dalla crisi dello stato nazione al “tramonto” della modernità. ↑
6 Umberto Eco, Pape satàn aleppe. Cronache di una società liquida, La nave di Teseo, Milano, 2016, pg. 11. Da queste parole si nota come Eco tenda a considerare il post-modernismo una corrente soprattutto culturale (scrive infatti: “La società liquida inizia a delinearsi con quella corrente detta post-moderno (peraltro termine “ombrello” sotto cui si affollano diversi fenomeni, dall’architettura alla filosofia e alla letteratura, e non sempre in modo coerente)”, e non una teoria in grado di spiegare la contemporaneità. Su questa dicotomia del post-moderno si sofferma a lungo Kumar ne “Le nuove teorie del mondo contemporaneo”. ↑
7 Zigmun Bauman, Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari, 2011, pg. 18. Traduzione di Sergio Minucci. ↑
8 Zigmun Bauman, Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari, 2011, pg. 18. ↑
9 Zigmun Bauman, Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari, 2011, pg. 19-20. ↑
10 Zigmun Bauman, Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari, 2011, pg. 28. ↑
11 Zigmun Bauman, Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari, 2011, pg. 22-25. ↑
12 Zigmun Bauman, Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari, 2011, pg. 24. ↑
13 Zigmun Bauman, Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari, 2011, pg. 26. ↑
14 Zigmun Bauman, Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari, 2011, pg. 28. ↑
15 Umberto Eco, Pape satàn aleppe. Cronache di una società liquida, La nave di Teseo, Milano, 2016, pg. 12. ↑
16 Umberto Eco, Pape satàn aleppe. Cronache di una società liquida, La nave di Teseo, Milano, 2016, pg. 11, 12. ↑
17 Umberto Eco, Pape satàn aleppe. Cronache di una società liquida, La nave di Teseo, Milano, 2016, pg. 13. ↑
18 Umberto Eco, Pape satàn aleppe. Cronache di una società liquida, La nave di Teseo, Milano, 2016, pg. 13. ↑
19 Il filososfo di origini austriache Karl Popper nelle sue opere critica il metodo “storicistico”, che, in “Miseria dello storicismo” definisce: ”una interpretazione del metodo delle scienze sociali che aspiri alla previsione storica mediante la scoperta di «ritmi» o dei «patterns», delle «leggi», delle «tendenze» che sottostanno all’evoluzione storica”. La sua interpretazione mette in forte discussione la possibilità di individuare le cause degli eventi storici, cosa che Popper reputa addirittura inutile, mentre abbraccia una visione casuale della storia: la storia – afferma Popper citando Fisher ne “La società aperta e i suoi nemici” – non è che “un susseguirsi di eventi che si succedono l’un l’altro come l’onda tien dietro all’onda”, e per lo storico non vi sarebbe che una norma sicura: “che bisogna ammettere… il ruolo del contingente e dell’imprevisto”. ↑
20 In “Sei lezioni sulla storia”, Edward Carr critica aspramente le posizioni di Popper. Molti passaggi sono in polemica con la sua concezione della storia e con le critiche allo “storicismo”. In uno di essi, Carr fa l’esempio del signor Robinson che, uscito per comperare le sigarette, viene investito da un automobilista. Mentre gli inquirenti cercano di comprendere se le responsabilità dell’incidente siano attribuibili alle condizioni della strada, della segnaletica, dell’automobile o a uno stato alterato di coscienza del suo guidatore, interviene Popper, sostenendo che il signor Robinson è stato ucciso perché fumava, e ogni indagine che trascuri questa causa rappresenta una perdita di tempo, che porterà a conclusioni inutili e assurde. Pertanto Popper, che in questo caso Carr non cita esplicitamente, viene messo alla porta e viene dato ordine affinché non rientri per nessuna ragione. ↑
21 Zigmun Bauman, Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari, 2011, pg. 168, 169. ↑
22 Zigmun Bauman, Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari, 2011, pg. 178. ↑
23 Zigmun Bauman, Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari, 2011, pg. 58. ↑
24 Lash S., Urry J., The end of organized capitalism, Polity Press, Cambridge, 1987. ↑
25 Krishan Kumar, Le nuove teorie del mondo contemporaneo. Dalla società postindustriale alla società postmoderna, Einaudi, Torino, 2000, pg. 3. ↑
26 Krishan Kumar, Le nuove teorie del mondo contemporaneo. Dalla società postindustriale alla società postmoderna, Einaudi, Torino, 2000, pg. 9. ↑
27 Krishan Kumar, Le nuove teorie del mondo contemporaneo. Dalla società postindustriale alla società postmoderna, Einaudi, Torino, 2000, pg. 67. Lash S., Urry J., The end of organized capitalism, Polity Press, Cambridge, 1987. ↑
28 La teoria più in voga in questi anni è quella della società post-industriale, sostituita poi da quella che pone l’informazione al centro della nuova organizzazione sociale. Entrambe le teorie ebbero tra gli esponenti di punta Daniel Bell che, ne “La società post-industriale”, pubblicato nel 1973, scriveva: “La società post-industriale è una società dell’informazione, così come la società industriale è una società produttrice di beni.” Entrambe le teorie parlano di una nuova rivoluzione industriale, incentrata sulla produzione dei servizi, e, dalla seconda metà degli anni Settanta, pongono l’accento sul cambiamento tecnologico. ↑
29 Gavin Weightman, The invention of barcode, 2015. ↑
30 Taiichi Ohno, Lo spirito Toyota, Einaudi, Torino, 2004, pg. 80 – 90. ↑
31 Taiichi Ohno, Lo spirito Toyota, Einaudi, Torino, 2004, pg. 3. ↑
32 Taiichi Ohno, Lo spirito Toyota, Einaudi, Torino, 2004, pg. 4. ↑
32 Eric J. Hobsbawm, Il secolo breve, Rizzoli, Milano, 1997, pg. 471. Traduzione di Brunello Lotti. ↑
34 Eric J. Hobsbawm, Il secolo breve, Rizzoli, Milano, 1997, pg. 477. ↑
35 “Lo spirito Toyota” di Ohno, la cui versione originale risale al 1978, venne pubblicato nel Regno unito nel 1988, prima della stesura de “Il secolo breve”. Hobsbawm però, quando affronta quelli che chiama “i decenni di crisi”, pur accennando al rallentamento della crescita, non lo mette in relazione con l’introduzione di un nuovo modello produttivo, che pure considera un fattore che stabilizza l’economia. E forse, trascurare questa fonte, lo porta a un’analisi da cui non emerge la mentalità imprenditoriale che caratterizza quei decenni, e dalla quale non si comprendono bene le ragioni che avrebbero reso il capitalismo “incontrollabile”. ↑
36 Per i dati relativi all’inflazione negli Stati uniti si può fare riferimento a quelli pubblicati su Fred, la banca dati della Federal reserve. Gli stessi dati sono disponibili sulla banca dati della Banca Mondiale e su quella dell’Ocse. ↑
37 La serie storica dei profitti aggregati realizzati dalle imprese che hanno sede negli Stati uniti sono pubblicati su Fred, dove è riportato il loro valore nominale. Per avere una visione più accurata potrebbe essere opportuno calcolarne il valore in termini reali. ↑
38 Per i dati relativi alla disoccupazione nei vari paesi, in particolare in quelli occidentali, si può fare riferimento alle banche dati della Banca mondiale e dell’Ocse. ↑
39 L’andamento dei consumi può essere analizzato grazie alle serie storiche presenti sulle banche dati della Banca mondiale e dell’Ocse. ↑
40 Un indicatore della crescita economica è il Prodotto interno lordo, le serie storiche ad esso relative sono presenti sulle banche dati della Banca mondiale e dell’Ocse. ↑
41 Indice della conflittualità operaia sono il numero dei conflitti di lavoro e il numero delle ore non lavorate durante un anno, per quanto riguarda l’Italia la serie storica relativa è presente sulla banca dati dell’Istat (dal link è possibile scaricare dal sito dell’Istat un foglio excel nel quale sono riportati i dati citati). ↑
42 Valerio Castronovo, Le rivoluzioni del capitalismo, Laterza, Roma.Bari, 2007, pg. 135. ↑
43 I dati relativi agli investimenti diretti esteri sono disponibili sulla banca dati online dell’Uncatad, il Congresso delle nazioni unite sul commercio e lo sviluppo. ↑
44 Secondo uno studio condotto nel 2011 da Stefania Vitali, James B. Glattfelder e Stefano Battiston dell’Eth di Zurigo, 737 grandi investitori detengono l’ottanta percento delle azioni delle 43 mila e sessanta multinazionali più importanti al mondo, attraverso una fittissimo intreccio di rapporti di proprietà. ↑
45 Mario Tronti, Operai e capitale, Einaudi, Torino, 1966 (DeriveApprodi, Roma, 2006). ↑
46 Eric J. Hobsbawm, Il secolo breve, Rizzoli, Milano, 1997, pg. 477. ↑
47 Karl Popper, La società aperta e i suoi nemici, 2 voll., Armando, Roma, 1973-74. ↑
48 Milton Friedman, Capitalismo e libertà, Ibl, Milano, 2010. ↑
49 Friedrich von Hayek, La società libera, Rubbettino, Catanzaro, 2007 ↑
50 A questo proposito si veda per esempio Capitalismo e libertà di Milton Friedman. ↑
51 Eric J. Hobsbawm, Il secolo breve, Rizzoli, Milano, 1997, pg. 477. ↑
52 Eric J. Hobsbawm, Il secolo breve, Rizzoli, Milano, 1997, pg. 478. ↑
53 Per un’analisi comparata delle diseguaglianze a livello globale si può fare riferimento al lavoro di Thomas Piketty, Il capitale nel XXI secolo (Bompiani, Milano, 2014). Per un focus sull’Italia si può fare riferimento, tra l’altro, ai dati messi a disposizione dalla Banca d’Italia. ↑
54 Le serie storiche relative ai salari medi sono disponibili sulle banche dati della Banca mondiale e dell’Ocse. Un altro indice del livello dei salari, per i paesi in cui le norme lo prevedono, è l’importo fissato per i salari minimi. Anche questi dati, in termini reali, sono disponibili sulle banche dati della Banca mondiale e dell’Ocse. ↑
55 La quota dei profitti sul Pil, per quanto riguarda gli Stati uniti, è disponibile su Fred, la banca dati online della Federal reserve. ↑
56 Alcune critiche al neoliberismo sono espresse in Stato di crisi, scritto in forma di conversazione assieme a Carlo Bordoni (Einaudi, 2015). ↑
57 Mario Tronti, Operai e capitale, Einaudi, Torino, 1966 (DeriveApprodi, Roma, 2006). ↑
58 Pierre Bourdieu, La distinzione. Critica sociale del gusto, Bologna, il Mulino, 1983. ↑
59 A questo link è possibile navigare nel graffito e osservarne i dettagli in alta definizione. Il 14 aprile 2013, durante un’iniziativa all’XM24, lo scrittore Wu Ming 4 ha illustrato l’opera di Blu. ↑
60 Il testo, parte di una nota presente nel dattiloscritto de “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”, è stato pubblicato per la prima volta in Italia nel 2004 nel IV volume delle “Opere complete” di Walter Benjamin (Einaudi). Nel 2014 il quotidiano il Manifesto pubblicò integralmente la nota. ↑
61 I dati relativi alla percentuale di lavoratori salariati sul totale dei lavoratori sono disponibili sulla banca dati della Banca mondiale. ↑
62 Spesso questi lavoratori possiedono il mezzo di produzione, ma non godono appieno del profitto prodotto, essendo quest’ultimo strettamente legato alle attività dell’azienda alla quale prestano opera, che, tra l’altro, tende a minimizzare i costi delle prestazioni. E’ il caso di chi svolge un lavoro intellettuale per esempio, ma anche di quelli che all’interno del settore dei trasporti vengono definiti “padroncini”, cioè proprietari del mezzo che utilizzano per lavorare, pur fornendo la propria prestazione lavorativa a terzi. Questo fenomeno è stato definito del “lavoro autonomo di seconda generazione”.
Bologna S., Fumagalli A. (a cura di), Il lavoro autonomo di seconda generazione. Scenari del postfordismo in Italia, Feltrinelli, Milano, 1997. ↑
63 Sia Bauman, sia Bourdieu (citato a questo proposito da Bauman a pg. 186 di “Modernità liquida”), tendono a considerare la precarietà un fattore destrutturante delle classi sociali, un elemento che comporta il “disfacimento e la decomposizione dei legami umani, delle comunità e delle unioni” (Bauman, Modernità liquida, pg.190). Interpretare il fenomeno in questo modo, cela ai loro occhi le nuove solidarietà che, proprio partendo da quella base comune, si sviluppano. ↑
64 La “Great british class survey” è la più vasta inchiesta sociale mai condotta nel Regno unito. Portata avanti con il supporto della BBC da un gruppo di sociologi coordinati da Mike Savage della London school of economics, si è avvalsa di 161.400 interviste che hanno permesso di classificare la popolazione in sette classi sociali in base a dati riguardanti il capitale sociale, culturale ed economico degli intervistati. Le classi sociali utilizzate per classificare gli individui intervistati sono:
Elite, la classe dei privilegiati, caratterizzata da alti livelli di tutti e tre i capitali è contraddistinta dall’elevata quantità di capitale economico.
Classe media affermata, socievole e culturalmente impegnata, con alti livelli di tutte e tre i capitali, anche se non così alti come nell’Elite.
Ceto medio tecnico, una nuova classe, relativamente piccola, caratterizzata da un alto capitale economico, ma poco impegnata culturalmente, con contatti sociali relativamente scarsi.
Nuovi lavoratori ricchi, un gruppo giovane e attivo, con livelli medi di capitale economico e livelli elevati di capitale culturale e sociale.
Lavoratori emergenti dei servizi, caratterizzati dalla giovane età, vivono per la maggior parte in aree urbane. Questa nuova classe dispone di un basso capitale economico, ma può contare su alti livelli di capitale culturale e sociale.
Classe operaia tradizionale, anche se non è la più povera, questa classe dispone di scarse risorse rispetto ai tre capitali presi in considerazione ed è caratterizzata da un’età media che tende a essere alta.
Precariato, la classe più povera, con livelli molto bassi di capitale economico, culturale e sociale.
Mike Savage, Social class in the 21st century, Penguin Books, 2016. ↑
65 “La classe sociale non si definisce affatto mediante una proprietà (nemmeno quella più determinante, come le dimensioni e la struttura del capitale), né mediante una somma di proprietà (sesso, età, origine etnica […], redditi, livello di istruzione, ecc.), e neppure mediante serie di proprietà subordinate a una proprietà fondamentale (la posizione nei rapporti di produzione) in un rapporto di causa ed effetto, di condizionante e di condizionato; bensì mediante la struttura dei rapporti tra tutte le proprietà pertinenti, che conferisce a ciascuna di esse, ed agli effetti che questa esercita sulle pratiche, il suo valore peculiare.” Pierre, Bourdieu, La distinzione. Critica sociale del gusto, il Mulino, Bologna, 2001, pg. 107-108. ↑
66 Demos&Pi, Osservatorio capitale sociale – Classi sociali, 4 giugno 2006. ↑
67 Demos&Pi, Osservatorio capitale sociale – Classi sociali, 21 marzo 2008. ↑
68 Demos&Pi, Osservatorio capitale sociale – Classi sociali, 25 maggio 2015. ↑
69 L’interrogatorio di Greenspan è documentato, oltre che da resoconti giornalistici, dai verbali della seduta e da un video (l’audizione fu trasmessa in diretta). ↑
70 Tolkien John R. R., Il Signore degli Anelli: La compagnia dell’anello-Le due torri-Il ritorno del re, Bompiani, Milano, 2014. ↑
71 Saskia Sassen; Una sociologia della globalizzazione; Einaudi, Torino, 2008, pg. 178. ↑
72 “Questa «estraniazione» […] può essere superata soltanto sotto due condizioni pratiche. Affinché essa diventi un potere «insostenibile», cioè un potere contro il quale si agisce per via rivoluzionaria, occorre che essa abbia reso la massa dell’umanità affatto «priva di proprietà» e l’abbia posta altresì in contraddizione con un mondo esistente della ricchezza e della cultura, due condizioni che presuppongono un grande incremento della forza produttiva, un alto grado del suo sviluppo; e d’altra parte questo sviluppo delle forze produttive (in cui è già implicita l’esistenza empirica degli uomini sul piano della storia universale, invece che sul piano locale) è un presupposto pratico assolutamente necessario anche perché senza di esso si generalizzerebbe soltanto la miseria e quindi col bisogno ricomincerebbe anche il conflitto per il necessario e ritornerebbe per forza tutta la vecchia merda, e poi perché solo con questo sviluppo universale delle forze produttive possono aversi relazioni universali fra gli uomini, ciò che da una parte produce il fenomeno della massa «priva di proprietà» contemporaneamente in tutti i popoli (concorrenza generale), fa dipendere ciascuno di essi dalle rivoluzioni degli altri, e infine sostituisce agli individui locali individui inseriti nella storia universale, individui empiricamente universali.” Karl Marx, Friedrich Engels, La concezione materialistica della storia, Editori riuniti, Roma, 1966, pg. 55, 56, 57. Traduzione di Fausto Codino. ↑
73 Karl Marx, La concezione materialistica della storia, Editori riuniti, Roma, 1966, pg. 53. ↑
74 Per i dati relativi all’analfabetismo funzionale si può fare riferimento al Programme for the International Assessment of Adult Competencies (PIAAC), l’indagine sulle abilità degli adulti condotta dall’Ocse. ↑
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